Cose da vedere

  1. Castello di Fagagna e Palazzo della Comunità
 Il castello di Fagagna viene ricordato per la prima volta in un diploma dell’11 giugno 983, con cuil’imperatore Ottone II di Sassonia ne confermava la proprietà alla Chiesa di Aquileia. Il fortilizio sorgeva sulla collina che sovrasta il paese. Esso rivestì un ruolo importante nelle vicende dello Stato patriarcale, soprattutto durante i secoli XIII e XIV. Nel corso del Quattrocento venne poco a poco abbandonato dagli abitanti finché nel 1511 subì l’incendio durante la rivolta contadina del Giovedì Grasso ed il terremoto che si verificò pochi giorni dopo. La parte più antica dei ruderi oggi visibili risale perlomeno al XII secolo, con aggiunte di costruzioni e rimaneggiamenti fino al tardo secolo XV. Si presume invece che abbia origini longobarde la chiesetta di san Michele Arcangelo, che fungeva da oratorio castellano.
Nella parte sottostante del pianoro si sviluppava il borgo castellano dove si trova il Palazzo della comunità costruito tra il 1490 e il 1505. È il tipico palazzo loggiato veneto, fu sede del Consiglio della Magnifica Comunità della terra di Fagagna.
 
  1. Pieve di Fagagna
La Pieve di Fagagna era una delle più antiche pievi friulane e il suo nome compare per la prima volta in un documento del 1247.
Nel 1250 le sue rendite vennero annesse al Capitolo di Cividale e da allora fu governata da due vicari nominati dal Capitolo, scelti però dalla Comunità locale.
La chiesa si compone di un’aula rettangolare, con abside semicircolare, e di due navate. All’interno si trova l’altare del Torretti (inizi Settecento), l’organo di Francesco Comelli (1788) e il fonte battesimale opera del Pilacorte (1504).
 
  1. Casaforte La Brunelde
Il fortilizio, sorto su preesistenze preromane lungo la strada Concordia-Ad Silanos, è citato già nel 1208 in un elenco di beni dei conti d’Arcano. La casa-torre duecentesca nel Trecento venne ingrandita diventando una casaforte con recinti e fossato; i successivi importanti ampliamenti si chiusero nel 1518 con la costruzione della cappella. Introdotta da un’ampia corte d’onore dotata di pozzo e cisterna, la domus magna tricanea racchiude ottocento anni di storia le cui tracce visibili permettono un ‘tuffo’ a ritroso nel tempo.
 
  1. Forte militare
 
Costruito fra il 1908 e il 1913, faceva parte della Piazzaforte del Medio Tagliamento.
L’opera ospitava un centinaio di soldati e l’armamento consisteva in mitragliatrici, sei cannoni calibro 75 mm e una batteria da 149 mm installata su cupole girevoli d’acciaio. I suoi cannoni, tenevano in scacco le strade della pianura fino alla linea di Codroipo.
Come altre fortificazioni venne disarmato all’inizio del primo conflitto mondiale.
Le opere murarie si sono conservate integre, con molti particolari, come gli snodi d’acciaio del ponte sul fossato e tante feritoie.
 
  1. Museo della vita contadina Cjase Cocèl
 
Il Museo Etnografico è situato nell’antica casa rurale risalente al 1600 abitata per molti anni dalla famiglia Chiarvesio (Cocèl). Sono stati ricostruiti gli ambienti tipici della casa colonica friulana come la cucina e il tipico fogolâr, le camere, il granaio , la cantina, la dispensa, l’aia, la stalla  ed altri spazi espositivi come la fucina, il mulino e la scuola di merletto a tombolo che illustrano le condizioni di vita ed il contesto sociale della società contadina del luogo, dalla fine del 1800  alla prima metà del secolo scorso.
 
  1. Chiesetta di San Leonardo
 
 Nel suo aspetto attuale la chiesetta risale alla prima metà del XIV secolo . È  costituita da un unico vano a pianta rettangolare con un un portale ad arco ogivale in facciata, sormontato da un oculo di piccole dimensioni. Ai lati presenta due piccole arcatelle che continuano a correre lungo i muri laterali e che in origine contenevano busti dipinti di santi e sante.
L’interno conserva ancora parte degli affreschi, realizzati fra la prima metà del Trecento ed il Quattrocento, che narrano la vita di San Leonardo e scene della nascita di Gesù  e della Passione del Cristo.
Nell’abside è rappresentata la crocifissione di Cristo e nella controfacciata il Giudizio universale.
 
  1. Vicolo Morcjute e via Cecconaia
 
Le due strade pedonali erano le vie che costeggiavano, nel periodo medievale, la cortina di San Giacomo (antica borgo fortificato). Entrambe conducevano alla zona castellana e alla Pieve di Fagagna.
 
  1. Parco del Cjastenâr
  Il parco pubblico naturale del Cjastenâr si estende per circa 50.00 mq sulla omonima collina. L’area, di notevole interesse per la ricca vegetazione arborea ed arbustiva, è utilizzata anche per le attività legate al tempo libero, allo sport ed allo svago.
Molteplici i percorsi pedonali utilizzabili per le passeggiate; il parco è inoltre attrezzato con due aree giochi per i bambini e con un percorso vita e di jogging. Il visitatore può trovare aree relax fornite di tavoli e panche.
Il parco è dotato di un ampio parcheggio al quale si accede da via F. Asquini,  di fontane con acqua potabile e di servigi igienici. 
 
  1. Oasi dei Quadris
 
La sua origine geologica è dovuta all'azione morfogenetica del ghiacciaio del Tagliamento, che depose i suoi detriti, e scavò depressioni e avvallamenti. La zona dei Quadris costituisce una di queste depressioni riempita dalle acque di fusione del ghiacciaio e poi da quelle meteoriche.
L’aspetto attuale è costituito dalla presenza di una trentina di stagni contornati da una fitta vegetazione, di forma regolare (quadri appunto), ricavati dall’escavazione della torba, avvenuta  per circa due secoli fino alla metà del Novecento.
Una parte di questa zona, denominata Oasi dei Quadris,  è oggi la sede dei progetti di reintroduzione della cicogna bianca e di tutela dell’iIbis eremita.
 
  1. Chiesa di Santo Stefano a Battaglia
 
In posizione elevata sull’abitato conserva la struttura delle chiesette votive sorte tra Quattro e Cinquecento. La piccola aula rettangolare termina con un’abside con volta a crociera. Il pronao quadrato e coperto è aperto sui tre lati da arcate a tutto sesto. L’architrave del portale in pietra, datato 1552, reca un adattamento dell’ingresso dell’Inferno dantesco: LASSATE OGNI MALICIA/O VOI CHE ENTRATE. Al di sopra si eleva una bifora campanaria.
 
  1. Chiesa di Sant Andrea Apostolo a Madrisio
 
Posta in posizione dominante la chiesa parrocchiale, risalente al XV secolo, è stata interessata da diversi rimaneggiamenti posteriori, conserva una costolatura gotica nel coro; la prima testimonianza è contenuta nel Catapan locale e risale al 1362 ecclesie sancti Andreae; dipendeva dalla pieve matrice di Fagagna.
 
  1. Chiesa di Madone di Taviele
 
Nella campagna di Madrisio si trova Madonna di Tavella, una bellissima chiesetta costruita nella sua forma attuale verso la fine del Quattrocento. Alcuni indizi fanno ritenere che essa sia stata ricostruita o ampliata su un precedente edificio molto più antico, probabilmente romano o paleocristiano: a questo fanno pensare la stele sepolcrale raffigurante due coniugi, di epoca imperiale, rinvenuta nei dintorni e ora collocata all'interno, e il piccolo sacello con abside e basamento dell'altare rinvenuto sotto il pavimento dell'aula nell'angolo di sud- est.
Sull'antica parete della prima chiesa sono riapparsi lacerti di affreschi raffiguranti una bella e rara Madonna bizantineggiante (sec. XI -XII), forse resto di una Deposizione, un fascione decorativo di foglie d'acanto, e frammenti riempitivi con meduse e conchiglie. Interessanti i tre ex- voto fatti dipingere da culau simit, da lenar de duri e da marti de pieri nel 1519, come testimoniano le scritte che li accompagnano. La facciata è asimmetrica, con il campaniletto a vela; all'interno, l'aula rettangolare, con travature a vista, si conclude con l'altar maggiore, documentato al 1771-73; alla sinistra la navata laterale a tre campate con volte a crociera, conduce all'altare di S. Maria Maddalena, del 1554.
 
 
  1. Chiesa di SS. Cosma e Damianio a Ciconicco
 
L'attuale chiesa risale al 1688. Una precedente, forse del sec. XIII, che aveva le dimensioni di una chiesetta votiva, venne infatti demolita nella seconda metà del Seicento per far posto al nuovo edificio che rispondeva maggiormente alle aspirazioni e ai bisogni della popolazione. Anch’essa
ripristinata ultimamente (è stata inaugurata nel 1988), conserva alcune importanti opere, come il fonte battesimale del 1516 attribuito al lapicida Bernardino da Bissone, le statue dei profeti Enoc ed Elia dell’udinese Giacomo Giovanni Contiero (1749 circa) che rappresentano uno dei migliori raggiungimenti dello scultore, il primo organo costruito dai Zanin di Codroipo nel 1827, i reliquiari del 1600, i mobili chiesastici e gli arredi sacri.
 
  1. Chiesa di S. Rocco a Ciconicco
 
Costruita a cavallo tra il 1400 e il 1500, sovrasta l’incrocio di tre strade nel centro di Ciconicco, dove un tempo sorgeva una cappella votiva. I restauri post-terremoto hanno ripristinato l’antico impianto rinascimentale e i successivi interventi, e la pala seicentesca dell’altare.
 
 
  1. Chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Villalta
Le più antiche testimonianze della chiesa parrocchiale di Villalta risalgono al Duecento, quando aveva soltanto il titolo di san Pietro, al quale si aggiunse quello di san Paolo probabilmente alla metà del secolo successivo. L’edificio attuale è il risultato degli ultimi lavori di ampliamento, iniziati verso il 1880 e terminati nel 1914, quando venne inaugurata dall’arcivescovo di Udine Anastasio Rossi. Conserva un pregevole patrimonio mobiliare (mobili, oreficerie, croci astili). Nel coro, dietro l’altar maggiore, nei primi anni Trenta del secolo scorso è stato installato un organo Callido proveniente dalla cattedrale del Santo di Padova.
 
 
  1. Castello di Vilallta
 
 Villalta è uno dei castelli medievali più importanti e meglio conservati del Friuli, situato in posizione strategica, sul primo crinale morenico dominante la pianura. La sua storia ha inizio nel XII secolo, nel corso di una delle tante guerre che per lungo tempo interessarono la nostra regione. Feudo dell’antica e nobile famiglia di probabili origini germaniche, i Villalta, per più di tre secoli fu uno dei protagonisti delle vicende storiche che travagliarono il Patriarcato di Aquileia, dando i natali ad una folta schiera di influenti e potenti personaggi e di un patriarca, Gilo di Villalta, che però non venne confermato dal papa. I della Torre, famiglia milanese rivale dei Visconti, cominciarono a subentrare nella proprietà del castello nel 1433 e ne divennero i soli padroni dopo un secolo, all’estinzione dei Villalta. Nei primi decenni del Settecento il conte Lucio della Torre divenne tristemente noto a motivo delle sue gesta brigantesche, che lo portarono sul palco del boia nel 1721, a soli 27 anni.
Ma la storia del castello, dichiarato monumento nazionale nel 1974, vive in ogni sua pietra e in ogni suo merlo.
 
 
torna all'inizio del contenuto